Il fuoco della vendetta – Quando ci identifichiamo con le nostre ferite

 Il fuoco della vendetta

Tutto può cambiare in un attimo

Russell Baze (Christian Bale) è un “ragazzo dal cuore buono” della cittadina di Braddock, con una bella fidanzata (Zoe Saldana), un onesto lavoro in fabbrica e una famiglia che gli vuole bene: un padre malato terminale, lo zio cacciatore Red e un fratello minore, il soldato Rodney (Casey Affleck).
Qualcosa però sta per accadere… un goccetto di troppo al bar, molta sfortuna e con la sua macchina uccide involontariamente, ma colposamente, i fragili occupanti di un’altra auto…
Dopo qualche difficile anno di galera, Russell ritroverà il suo piccolo mondo stravolto. Non avrà potuto dare l’ultimo saluto al padre morente, avrà perso la fidanzata, incinta dello sceriffo del paese, e scoprirà un fratello dipendente dal gioco e alla ricerca di soldi facili…

L’importanza dei modelli nella nostra crescita

Dopo anni avanti e indietro dall’Iraq, infatti, Rodney è sempre più avvilito, e per guadagnare qualcosa da sprecare in scommesse, combatte match clandestini all’ultimo pugno.
Le esperienze truci e insopportabili vissute in guerra, il suo costante contatto con la morte, la sua incapacità di proteggere il proprio bimbo interiore, lo trascineranno nel baratro, fino all’incontro con colui che si rivelerà il suo carnefice: il violento Harlan DeGroat (Woody Harrelson), un pericoloso criminale drogato e psicotico.
Senza madre e con un padre cagionevole, i due fratelli Baze sono cresciuti e si sono identificati con modelli maschili molto differenti, entrambi forti all’apparenza: il saggio e protettivo zio Red (Sam Shepard) per il centrato ed equilibrato Russell, l’incauto e facoltoso allibratore John Petty (Willem Dafoe) per il fragile e imprudente Rodney.

Proteggere il bambino dentro di noi

Il fratellino “tosto” vuole sembrare forte, ma in realtà, la sua temerarietà nasconde un bambino impaurito che non è mai riuscito a superare il trauma infantile della perdita della madre.
Identificandosi nelle proprie ferite, non riuscirà a superare una depressione latente che lo spingerà a mettere continuamente a repentaglio la sua vita. Purtroppo prevarrà il suo desiderio di morire, e il suo omicidio avrà il sapore simbolico di un suicidio.

Liberarsi da ciò che non è nostro

“Oh dear Dad […] Release me!”
(da Release me dei Pearl Jam di Eddie Vedder,
colonna sonora portante del film)

Vale la pena, infine, mettere in sovrapposizione due scene di questo film struggente.
Durante una battuta di caccia con lo zio, Russell deciderà di non uccidere un animale, un cervo, dopo averlo guardato negli occhi e aver scorto la sua stessa innocenza.
Il fuoco della vendetta lo porterà, invece, a non risparmiare la vera bestialità, quella del killer del fratello. In questo caso, la sua caccia sarà inesorabile, ma lo condurrà a rinunciare all’ultimo dono rimastogli: la libertà.
“Oh Padre caro, liberami”… dal dolore, ma anche dalle paure e dai condizionamenti, da tutto ciò che mi porto dentro e che non è mio… solo così potrò essere davvero libero

Il fuoco della vendetta – Trailer e Trama

Se sei curioso, guarda il trailer del film su YouTube o leggi la trama su Wikipedia.

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